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NAPOLI EDEN
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È un’idea, è uno specifico, è un progetto. Lo spazio è quello storico, attuale, indicibilmente affascinante, quanto complesso, del centro di Napoli, perno fondamentale della metropoli, del mito e della realtà, del mito che tende a diventare oggetto concreto e della realtà che si tramuta in dramma, in tragedia ma anche in sublime seduzione e in contemplazione senza fine, tra pietre, odori e sapori. L’idea e il progetto per questa edizione di Napoli Eden è quella della disseminazione in piazze, strade, vicoli e luoghi dello splendore, fatto con strumenti ordinari nei materiali e nella tecnica, portati alla vitalità artistica e sottratti al destino di morte in discarica o magazzino. Un’invenzione, un’artisticità fatta di alluminio e altri materiali manipolabili, trasformati in opere d’arte, colorati, illuminati, che sfidano l’architetturalità, in una idea di barocco contemporaneo, nella sua essenzialità, quella di non avere un centro e tante periferie, ma una grande e diffusa centralità, che tenda ad abolire il concetto stesso di periferia, in una modernità che supera il concetto di prospettiva e lo fa diventare una grande teatralità, che nella sua cronologia definita, tende ad indicare un cammino di speranza in cui ciò che c’è oggi è una tappa, di un itinerarium di gioia e felicità.
È il modo in cui l’utopia dell’arte, traduce il suo non luogo, che nella fantasia, nel reale, nel materiale, di ciò che non serve ad un bisogno specifico, ma insegna la bellezza del gesto, del dono, in una città bene di tutti e non casa di nessuno, per cui si pensa che questo “esperimento” si possa e si debba estendere ai mille luoghi di Napoli che sono oltre il centro storico e attendono, nei tempi brevi, di passare dalla aridità che li ha concepiti e voluti, in maniera abissale e senza qualità, in luoghi dell’identità, in devozione alla bellezza.
Per questo pensiamo anche a momenti della parola, del dibattito, dell’inchiesta, perché l’arte pubblica non è, non deve essere una imposizione aristocratica, autoreferente, ma una poesia, un dialogo.
Annalaura di Luggo, è l’artefice designante e designata di questa osservazione natalizia che non vuole essere affogata nella retorica, ma si propone come prova del nove che sappia mettere insieme il presente-passato, il presente-presente, il presente-futuro, perché a dominare deve essere la vita, la fede, la speranza, che è un modo di stare nella tradizione o nella classicità, con sperimentazione, con innovazione, altrimenti non resta che il tradizionalismo folcloristico e il classicismo mortuario. Nella città di San Gennaro, di Pulcinella, di Raimondo di Sangro, di Benedetto Croce, bisogna saper vedere lontano e sentire vicino, per non inciampare e non errare inutilmente. Per questo l’emblema di Annalaura di Luggo è un occhio, un’iride, una pupilla, un reale vedere.
Francesco Gallo Mazzeo
ESPOSIZIONI SUCCESSIVE
2020. Roma: "Napoli Eden", Arena Adriano, Studios De Paolis
2020-2021 . Milano: “Ad Lumen”, 3 installazioni pubbliche per Natale Milano 2020 - Citylife
7 Dicembre 2018 - 18 Gennaio 2019
NAPOLI
Piazza Municipio
Galleria Umberto I
Largo Baracche
Largo Santa Caterina
Jus Museum
Finissage
“LUX !”
18 Gennaio 2019, ore 17,00
Palazzo Nunziante | Fideuram Private Bank
Curatore | Francesco Gallo Mazzeo
Coordinamento | JUS Museum, Napoli
Direttore tecnico | Luca Pasquarella
Partner | CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio)
Luca de Magistris Private Banker Fideuram
Patronicio | Comune di Napoli
Assessorati alla Cultura e al Turismo,
alla Pubblica Illuminazione
ai Giovani e al Patrimonio
Catalogo
Jus Museum, Napoli
Giannini Editore, Napoli
ISBN 978-88-7431-973-2
Trìunphus
alluminio
cm 400x400x400
PIAZZA MUNICIPIO
Trìunphus è stato concepito come un luogo di transito, immaginario e reale, in cui gli scarti d’alluminio diventano una casa sui generis, un luogo di purificazione, con una sua precisa architetturalità che dialoga con il contesto di tutto l’ambiente, valorizzando la propria differenza che è anche un momento contemplativo dello sguardo che rallenta il tempo dell’attraversamento del luogo e lo rende più umano. Perché l’opera d’arte, come l’urbanità e l’architettura, rende familiare con i propri segni la nomenclatura della vita collettiva che è fatta di mille e mille singolarità, da una coralità che esalta la cultura dell’appartenenza e quella dell’accoglienza. Un’opera aperta, la possiamo definire, a cui ciascuno di noi dà il proprio contributo virtuale di completamento, che non è mai totale e trattandosi di una installazione provvisoria siamo convinti che lascerà un rimpianto, un dolce momento nella festa.
Pỳramid
alluminio, cm 800x250x250
GALLERIA UMBERTO I
Pỳramid è la mimesi di un Albero di Natale geometrico, non è per nulla concorrenziale con l’albero tradizionale, però aggiunge un’idea di rispetto della natura di doppio significato, che tratteggia le orme di un mondo rispettoso di se stesso, perché tutto si tiene, in una speciale produzione di ossigeno che non è meccanica, ma concettuale di una terra che non deve andare perduta, ma che deve entrare nella mentalità che tutto si trasforma e in questo divenire, può stare il divenire di tutti noi. Sulla sua sommità ci può anche stare una stella cometa che indichi una strada, in quello che è il salotto maggiore della napoletanità di sempre e di quella nuova. Anche perché non c’è altra via per saldare tradizione e innovazione, perseverando e rinascendo si porta l’arte, la creatività a disposizione di tutti e questa piramide, albero, simbolo arcano per molti versi che riporta in versione augurale a ridestare l’idea di una città confortevole anche dove la fa da padrone il freddo metallo, perché conta l’idea.
Gèminus
alluminio, specchi, plexiglass, fotografia digitale
cm 240x150x150
LARGO BARACCHE
Gèminus è l’esito plastico, oggettuale, di una grande performance umana, artistica, avvenuta con la macchina fotografica fissata sugli occhi di chi può vedere, per diventare, abitando il luogo, esibizione visibile, forma misteriosa di una affermazione dellaluce, dell’ombra, in una vicenda umana che accomuna elementi di tragedia e di dramma esistenziale, anche se poi il tutto si può trasformare in diversi modi di rapportarsi col mondo,attraverso il tatto, l’olfatto, l’udito e una pellicolarità che godendo del verde, del giallo, del blu, riesce ad essere una umanità completa, di pregi e difetti, di slanci e di virtù, esattamente uguale a quella che s’affaccia nei vicoli che danno su questa bella piazza. Diventata installazione, con una base caotica di fragmenta alluminei, schiacciati e pressati, diventa postazione di unione comune, tenuta da conto dagli stessi intermediari, perché fatta dopo averli consultati e fotografati, per avvalorare l’uscita dal non esserci, nell’esserci.
Harmònia
alluminio colorato
cm 240x150x150
LARGO SANTA CATERINA
Harmònia costituisce una metafora di tutta l’operazione artistica, ambientale, architetturale, di Napoli Eden, in quanto nella “finzione” dell’albero metallico si racchiudono i motivi fondanti di un’opera d’arte, concepita con criteri poetici, di cui sono componente fondamentale gli scarti dei processi produttivi (nel caso in questione quelli dell’alluminio che accompagna la nostra vita quotidiana, diventando quasi invisibile, tale è la sua endemia nella nostra vita e nel nostro tatto). Scarti produttivi che sono i parenti “poveri” delle raccolte differenziate, in quanto surplus degli stampi, oppure errori produttivi e per questo si presentano con un lindore che nessuna discarica, seppur differenziata ed efficiente, può assicurare. Un’alberatura verticale: il messaggio è quello positivo che ogni nostra azienda può produrre positività e che gli scarti sono ricchezza che utilizzata nel linguaggio alto dell’arte, diventa esemplare e stilistica.
LUX
Nel “giardino” artistico di Annalaura di Luggo mi sono felicemente inserita. Il coinvolgimento degli studenti del Corso di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti di Roma, da me tenuto, ha permesso una proficua partecipazione al progetto Napoli/Eden di cui Lux! rappresenta una singolare appendice. Il concetto di riciclo e reinvenzione che sta alla base di “Napoli Eden” ha stimolato le intuizioni creative dell’intero corso: quando è arrivato il primo rotolo di alluminio, alto quasi due metri, siamo rimasti stupiti e affascinati da questo materiale così insolito per il nostro lavoro. Abbiamo cominciato a srotolarlo, a tagliarlo a pezzi, prendendo confidenza con la materia, “metallica ma duttile”. Ne è scaturito un contatto materico, fisico ed emozionale. Le nostre mani si sono tagliate per l’imperizia a maneggiarlo. Ma piano piano si è stabilito tra “noi” un rapporto particolare: “lui” reagiva alle nostre sollecitazioni e si faceva modellare in un modo accattivante, inusuale. Per creare la collezione ho proposto una ricerca sul lavoro installativo svolto da Annalaura di Luggo per Napoli/Eden e sugli abiti scultura, stimolando “incontri creativi” tra moda e arte. L’intesa creatasi tra le istanze di Napoli/Eden e i giovani stilisti del corso di Fashion Design, ha visto la nascita di 21 abiti di meravigliosa fattura che, in Lux!, hanno preso vita attraverso una esuberante sfilata-performance (tenutasi nella suggestiva cornice di Palazzo Nunziante) coordinata dalla geniale artista napoletana, la quale ha suggellato l’evento con una inaspettata apparizione in passarella: da cui, come in un sogno, è apparsa con una carriola piena di scarti di alluminio. Gli stessi scarti da cui nasce Napoli/ Eden e tutto ciò che da questo intelligente e coinvolgente progetto è stato generato.
Graziella Pera
ACCADEMIA DI BELLE ARTI, ROMA